venerdì 29 settembre 2006

Nuovo nome, nuova vita, nuovi contributors

Ebbene, cari sinniori e sinniore,

siamo qui, in veste rinnovata, a presentarci ad un pubblico inesistente, novelli recensori di sta gran coppola di... lana.
Magari domani il terzo uomo ci spiegherà come è nato questo fantastico nome: L'anormale superiore. Deh. E pensare che io volevo intitolare questo blog "ma parla come manci!"
Ah ah ah. Stasera sono proprio divertentissimo.

L'unica mia consolazione è che quando avremo 120anni in tre, forse perderò mezza giornata per venire a rileggere queste cazzate. Verserò una lacrima e mi ricorderò di quella sera in cui Merdolis volle andare al cinema xche avremmo fatto 5 minuti di ritardo. E lui, siccome paga il biglietto, non si vuol perdere neanche 5 minuti di film.
Ah, per la cronaca.. è successo stasera.

PS: ma non ci sono faccine in questo sito? ARGH!

Alift

Alift.
Un nome che fino a qualche mese fa evocava folle festose e partecipi riunite nei locali di Pisa, applausi a scena aperta, risse per toccare o solo ottenere un saluto dal bassista.
Oggi 28 settembre 2006 la prima uscita della nuova stagione.
Che succede?
Questo è ciò a cui abbiamo assistito nella, diciamolo, troppo espansa cornice della stazione Leopolda.
Una pallida imitazione di se' stessi, gli Alift propongono un repertorio ripetitivo e ormai stanco, sembrano quasi non crederci neanche loro: i tavoli, tragicamente vuoti di pubblico, mostrano cumuli di bicchieri di carta di Coca-Cola che aumentano l'impressione di sciatteria generale.
E per concludere in bellezza, un pubblico imbarazzante che sembra più che altro impegnato a fare aeroplanini di carta dai volantini presenti in giro e lanciarli sulla band.
Siamo arrivati e siamo andati via all'istante.
Peccato, peccato davvero, la prima cartuccia dell'anno sparata così.
Non ci resta che sperare che fosse l'unica difettosa della bandoliera: fateci vedere cosa sapete fare, Alift, vi siete già reinventati altre volte!